PAUL GAUGUIN
1848 -1903
LA VITA
Paul Gauguin nacque a Parigi nel 1848 e trascorse la sua prima infanzia in Perù presso la famiglia d’origine della madre. Rientrato con la madre vedova a Parigi, a diciassette anni si arruolò in marina e restò in mare per i successivi 5 anni.
Finita l’esperienza in marina rientrò a Parigi dove condusse una vita regolare (lavorò come agente di cambio e si sposò con una donna danese da cui ebbe 5 figli) fino al crollo della Borsa di Parigi del 1883. A causa della crisi economica che investì tutta l’Europa si ritrovò senza lavoro. Da quel momento si arrabattò in vari lavoretti in giro per il mondo e contemporaneamente seguì la sua vocazione artistica, mentre la moglie e i figli tornarono in Danimarca presso la famiglia d’origine. Per il resto della sua vita soggiornò in Francia (in particolare a Pont-Aven) e in vari luoghi esotici del mondo, Martinica, Tahiti, Isole Marchesi dove morì nel 1903.
LE OPERE
Paul Gauguin esordisce come pittore di ambito impressionista. Nel 1886 l’esigenza, che sarà in lui sempre più forte, di evadere alla ricerca di un ambiente primitivo, incontaminato dalla civiltà, lo spinge nel villaggio bretone di Pont-Aven, dove già dagli anni sessanta si era formata una colonia di artisti attratti dalla bellezza selvatica del luogo e dal sapore arcaico della sua cultura, fatta di un miscuglio di cristianesimo primitivo e di superstizione.
A Pont-Aven, incontra il giovane pittore Emile Bernard. Di lui lo colpiscono gli ultimi lavori.
Le opere di Bernard sono costruite attraverso ampie campiture di colore dai marcati contorni, con un effetto visivo, privo di profondità e molto decorativo, assimilabile a quello delle vetrate medievali e degli smalti. Gli stessi principi di stile vengono applicati da Gauguin ne LA VISIONE DOPO IL SERMONE. In opposizione all’oggettività dell’impressionismo, l’opera viene delineando un nuovo linguaggio sintetista-simbolista, caratterizzato da grandi campiture cromatiche piatte (che risentono dell’influenza dell’arte giapponese) e soprattutto dalla fusione di dati reali e di elementi visionari. Già pienamente simbolica è poi la connotazione dei colori, che diventano arbitrari e innaturali.
La visione dopo il sermone
IL CRISTO GIALLO, dipinto nel 1889, al pari della Visione dopo il Sermone, è una tela di ispirazione mistica. Anche in questo caso le figure sono contornate di nero e ricordano le piombature che circondano le immagini delle vetrate gotiche (tecnica pittorica detta cloissonisme). Un grande crocefisso domina la scena e sotto di esso tre contadine, nei tradizionali costumi bretoni, sono inginocchiate a pregare. Sullo sfondo vi è il paesaggio della campagna bretone dai colori molto vivaci. L’atmosfera è di calma e di pacata contemplazione.
Il Cristo giallo
La ricerca del primitivo, dell’incontaminato, dell’esotico, ispira i successivi soggiorni di Gauguin a Tahiti: nel 1901 si trasferisce nelle isole Marchesi (dove di lì a poco sarebbe morto).
Tra i primi dipinti realizzati a Tahiti c’è LA ORANA MARIA: una visione da Eden, completata da una grande natura morta in primo piano, cromaticamente giocata sul rosso e blu del pareo e sul giallo delle ali dell’angelo. L’opera è ispirata al tema cristiano della Madonna con il bambino.
La Orana Maria
MANAU TUPAPAU è un nudo “ un po’ indecente”, come scrisse Gauguin, in parte ispirato all’OLYMPIA di Manet.
I colori assumono precisi significati simbolici: il giallo evoca la luce, il giorno; il viola del fondo la paura,la notte.
Nella figura nera si fondono l’autorappresentazione dell’artista e l’immagine animista dello spirito dei morti, in un unico personaggio raffigurato secondo i moti dell’arte egizia, che mescolava frontalità e profilo.
Manau Tupapau
Al secondo soggiorno tahitiano risale PARAU API. Svolta sul tema dell’offerta (non è chiaro di che cosa: forse di petali di fiore di mango, oppure di una marmellata di frutti esotici), la tela piacque per l’equilibrio dell’impianto e costituì uno dei capisaldi della successiva grande fortuna dell’artista.