GIUSEPPE ARCIMBOLDI detto L'Arcimboldo
1527-1593
LA VITA
Giuseppe Arcimboldi (1527-1593), detto anche Arcimboldo, è uno degli artisti milanesi più estrosi. A suo modo reagisce alla tradizione. Nelle sue opere parte dalla realtà, traendo dalla natura gli elementi da rappresentare, organizzandoli in maniera del tutto diversa rispetto a come appaiono solitamente, e approda nella fantasia creando ritratti di uomini che sono sintesi di elementi creati dalla natura. Inizialmente lavora a Milano dove per il Duomo realizza i cartoni per la vetrata con le Storie di santa Caterina d’Alessandria. Nel 1562 diventa il pittore di corte alla Corte di Praga, dove lavorerà prima per Massimiliano II e poi per Rodolfo II. Durante gli anni della maturità realizzerà raffinati ritratti in cui si combinano elementi naturali su fattezze umane.
LE OPERE
Le sue opere rientrano contemporaneamente nei generi della ritrattistica e della natura morta. Ne sono un esempio le celebri Teste composte, busti umani formati da frutta, ortaggi, fiori, animali. La stravaganza dell’Arcimboldi arriva al punto che alcune sue opere rappresentano una figura umana se visti in un senso e la composizione di una natura morta se capovolti di 180°. Ne è un esempio l’opera che segue intitolata “L’ortolano”.
Il volto dell’ortolano è composto di verdure, ovvero degli oggetti consueti del suo lavoro: la noce semiaperta e la nocciola formano gli occhi, un grosso ravano bianco il naso, una rapa e una cipolla sono le gote, due funghi sono le labbra, mentre l’insalata verde e dei ciuffi di ramolacci fanno da barba e capelli ed il recipiente diventa un copricapo. Se capovolto, il quadro rappresenta invece un vaso pieno di vari frutti e ortaggi: nocciole, noci, aglio, cipolle, funghi e rape.
Giuseppe Arcimboldi fu uno degli artisti favoriti dell’imperatore Rodolfo II alla corte di Praga, dove esistevano le Wundernkammern (sale delle meraviglie), strane raccolte di oggetti mostruosi o paradossali. Per l’imperatore realizzerà un ritratto in cui lo rappresenta nelle vesti del dio romano Vertumno (dio delle stagioni). Il ritratto verrà completato nel 1590 a Milano e successivamente inviato alla Corte praghese. Il ritratto nasce dalla sapiente disposizione di una ricercata serie di frutti e fiori e vuole simboleggiare il ruolo dell’imperatore inteso come sintesi del creato.