MEMENTO
Iginio Tarchetti
- Quando bacio il tuo labbro profumato,
- cara fanciulla non posso obbliare
- che un bianco teschio vi è sotto celato.
- Quando a me stringo il tuo corpo vezzoso,
- obbliar non poss'io, cara fanciulla,
- che vi è sotto uno scheletro nascosto.
- E nell'orrenda visione assorto,
- dovunque o tocchi, o baci, o la man posi,
- sento sporger le fredde ossa di un morto.
Tutta la poesia è basata sull’antitesi vita/morte. Le prime due terzine ripetono la stessa costruzione e un lessico simile: l’inizio di ogni verso segue apparentemente schemi tradizionali con il ricorso al linguaggio aulico classico (labbro profumato, cara fanciulla, corpo vezzoso) a cui si contrappone nella conclusione il richiamo a motivi macabri (bianco teschio, scheletro nascosto). Il tema ossessivo e ripetuto è la morte nascosta dietro la bellezza del corpo della donna.
L’ultima terzina chiude accentuando il tono lugubre e terrificante e sentenziando la presenza costante e ovunque della morte (ovunque o tocchi, o baci, o la man posi).