MEMENTO
Iginio Tarchetti

TESTO
  1. Quando bacio il tuo labbro profumato,
  2. cara fanciulla non posso obbliare
  3. che un bianco teschio vi è sotto celato.

  4. Quando a me stringo il tuo corpo vezzoso,
  5. obbliar non poss'io, cara fanciulla,
  6. che vi è sotto uno scheletro nascosto.

  7. E nell'orrenda visione assorto,
  8. dovunque o tocchi, o baci, o la man posi,
  9. sento sporger le fredde ossa di un morto.
PARAFRASI

Tutta la poesia è basata sull’antitesi vita/morte. Le prime due terzine ripetono la stessa costruzione e un lessico simile: l’inizio di ogni verso segue apparentemente schemi tradizionali con il ricorso al linguaggio aulico classico (labbro profumato, cara fanciulla, corpo vezzoso) a cui si contrappone nella conclusione il richiamo a motivi macabri (bianco teschio, scheletro nascosto). Il tema ossessivo e ripetuto è la morte nascosta dietro la bellezza del corpo della donna.
L’ultima terzina chiude accentuando il tono lugubre e terrificante e sentenziando la presenza costante e ovunque della morte (ovunque o tocchi, o baci, o la man posi).


Analisi e commento:

La poesia Memento (dal latino: ricordo; è tratto dal motto monastico: Memento mori – Ricordati che dobbiamo morire) fa parte della raccolta Disjecta (dal latino: frammenti, cose sparse) del 1867 e pubblicata postuma nel 1879.
La poesia di Tarchetti si compiace spesso di immagini funerarie. Questa lirica, con brutale e macabra fantasia, vuole contrapporre un gioco di immagini morbose di decomposizione e di morte all'idealismo amoroso caro al gusto romantico. La contrapposizione amore e morte è un tema romantico che Tarchetti affronta con grande originalità utilizzandolo per fini coerenti con la Scapigliatura facendone strumento di critica e di reazione alla cultura tradizionale dell’epoca e di polemica antiromantica e antiborghese.
Il tema dell’amore e della sua seduzione è ribaltato in una mostruosa e repellente visione di morte, nascosta dall'ingannevole fascino della bellezza e la figura femminile viene rappresentata con immagini dissacranti che rompono completamente con la tradizione che vi associava invece immagini di purezza e freschezza.

Metrica:

Tre terzine di endecasillabi in rima con schema: ABA CDC EFE. Il poeta utilizza alcuni termini desueti quali: obbliare, vezzoso, nascoso.