LA COSCIENZA DI ZENO
Italo Svevo



Un’autoanalisi

Il terzo romanzo di Svevo presenta notevoli differenze di struttura e una maggiore complessità rispetto ai precedenti romanzi.
L’adozione della prima persona testimonia il completo adeguamento al regime autobiografico; la vicenda non segue uno svolgimento cronologico ma procede per episodi.
Zeno Cosini rappresenta l’accettazione dell’inettitudine come malattia da cui non conviene guarire perché la vera malattia dell’uomo è la vita. In una società di crisi e di alienazione, nell’accettazione di se stessi nasce la tranquillità. Zeno, infatti, pur rimanendo un inetto, a differenza di Emilio e Alfonso, non si limita a registrare l’inettitudine, ma accetta la sua malattia perché essa èveramente la condizione esistenziale dell’uomo.
L’inettitudine, in questo romanzo, si dissocia dalla tragicità: la vita di Zeno è solo relativamente fallimentare e, soprattutto, è priva di quei connotati di tragicità che caratterizzano i precedenti personaggi.
L’opera si presenta come una sorta di autoanalisi condotta dal protagonista, Zeno Cosini, alter-ego dell’ autore.
Vi si analizza la “psicopatologia quotidiana” di Zeno Cosini, personaggio enigmatico e ambivalente, colto non già sul piano della realtà dei fatti, ma del ricordo che ricompone una realtà del tutto personale; la “coscienza” del protagonista, operando spostamenti, rimozioni, mistificazioni e lapsus, tende sempre più ad allontanare il momento del rendiconto oggettivo.
La vicenda è costruita sotto forma di diario immaginario.
La narrazione è distribuita in grandi sezioni tematiche che scompigliano la cronologia reale, ricostruendo un “tempo misto” che è appunto quello della coscienza che rilegge gli avvenimenti.
Il romanzo è scandito in otto capitoli di lunghezza estremamente varia:

  1. Prefazione - Lo psicoanalista dottor S., che ha avuto in cura Zeno finchè il paziente non ha deciso di troncare la terapia, spiega di aver spinto il suo paziente a scrivere la propria autobiografia.
  2. Preambolo - Zeno narra gli inizi della sua auto-analisi.
  3. Il Fumo - I  continui tentativi di Zeno di cessare di fumare, fino al volontario ricovero in una casa di cura da cui riesce a fuggire.
  4. La morte di mio padre - Resoconto degli ultimi incontri tra Zeno e il padre, che lo giudica inetto e abulico; drammatica la sequenza della morte ( appena prima di morire il padre colpisce il figlio con uno schiaffo); lo schiaffo paterno acuisce il senso di colpa di Zeno e stimola allo stesso tempo il bisogno di vendicarsi.
  5. La storia del mio matrimonio - Il maldestro e comico corteggiamento di Zeno alle quattro sorelle Malfenti, figlie di un ricco e autorevole uomo d’affari. Zeno passa dall’una all ’altra tra dinieghi ed equivoci. Innamoratosi della più bella, Ada (che però si fidanza con il brillante e attraente Guido), sposerà la più brutta, Augusta, l’unica che non lo rifiuti.
  6. La moglie e l’amante -  Zeno descrive la vita matrimoniale (abbastanza riuscita nonostante le premesse) e la relazione extraconiugale con la giovane e remissiva Carla, di condizioni sociali molto modeste.
  7. Storia di un’associazione commerciale - Il fatuo e superficiale Guido avvia un’impresa commerciale e si associa Zeno. Ma il dilettantismo di Guido porta l’impresa al fallimento. Guido, disperato, simula un finto suicidio ma l’esito è involontariamente drammatico: sbagliate le dosi del veleno, Guido muore davvero. Zeno, con abili operazioni di borsa, argina la perdita economica e ottiene il commosso ringraziamento di Ada e della famiglia.
  8. Psico-analisi - L’ultimo capitolo in forma di diario testimonia la sua guarigione, dovuta all’avvento della guerra. O meglio, alla consapevolezza che ”qualunque sforzo di darci la salute è vano”. Solo “una catastrofe inaudita” può quindi guarire l ’uomo, facendolo scomparire dalla faccia della terra.

La Narrazione in prima persona

La novità tecnica del terzo romanzo di Svevo consiste anzitutto nell’uso della narrazione in prima persona, o meglio del resoconto personale scritto a fini psicoterapeutici, che automaticamente esclude sia il giudizio del narratore sul personaggio, sia la possibilità per il lettore di aver accesso alla verità dei fatti narrati. Questi sono infatti totalmente filtrati dalla “coscienza di Zeno” che sceglie a suo piacere che cosa dire e che cosa tacere, interpretando e travisando gesti, atteggiamenti e parole di un tempo.


Il Tempo e lo Spazio

Uno degli aspetti più rilevanti e innovativi del romanzo è il trattamento del tempo.
Confrontando il tempo delle vicende narrate con la progressione con cui Zeno le espone, ne risulta un tempo anomalo e capriccioso, modellato secondo la logica misteriosa dell’inconscio.
I primi due capitoli (e l’ultimo) potrebbero essere considerati alla stregua di una “cornice” del romanzo: qui il tempo è quello del narratore, che rievoca avvenimenti passati.
Il corpo centrale è costituito dai capitoli monotematici, e nei quali il tempo è quello del ricordo, che scaturisce in maniera disorganica e fluttuante dalle libere associazioni del protagonista.


Temi

La Coscienza di Zeno è strutturata nei capitoli centrali in vaste zone tematiche che rinviano ad argomenti particolarmente cari allo stesso autore:

  • Così il terzo capitolo è dedicato al fumo.
  • Il quarto capitolo, dedicato interamente alle ultime ore di vita e alla morte del padre di Zeno, rinvia alle traumatiche esperienze della morte dei genitori.
  • I capitoli quinto e sesto vanno visti in parallelo, nell’ironico e maldestro andirivieni che il protagonista attua fra Augusta, la donna-madre, rifugio sicuro e privo di rischi, e le altre donne.
  • Il settimo capitolo, infine, ripropone uno dei temi più amati da Svevo; quello del rapporto tra il contemplatore e il lottatore. Svevo capovolge gli schemi acquisiti, facendo soccombere il lottatore e trionfare il sognatore.
  • Il capitolo finale della Coscienza ha suscitato molteplici interpretazioni: la “catastrofe inaudita ” che conclude il romanzo non è certo una profezia dell’avvento di Hitler o della guerra atomica, ma piuttosto una amara riflessione sul tema particolarmente caro a Svevo della malattia. Malata è l’unanimità perché non può esimersi dalla riflessione, mentre la “ salute” è consentita esclusivamente alla bestia, “che conosce un solo progresso, quello del proprio organismo”, ovvero che può limitarsi a seguire l’istinto.

Alcuni brani:


Prefazione e Preambolo (da: “La coscienza di Zeno”, rispettivamente Cap. I e Cap. II)

L’opera inizia in maniera originale con una doppia introduzione: quella del Dottor S. (Prefazione) e quella del protagonista, Zeno Corsini (Preambolo) ed ha l’effetto di proporre le due antitetiche possibili letture del romanzo (quella dello psicoanalista e quella di Zeno che contesta la psicoanalisi).


Il fumo (da: “La coscienza di Zeno”, Cap. III)

Si tratta di uno dei capitoli più famosi del romanzo incentrato sul tema, chiaramente autobiografico, degli inutili tentativi di disintossicarsi dal fumo messi in atto dal protagonista.
Il motivo dell’”ultima sigaretta” è poi connesso a quello dell’”ultimo bacio” , dell’”ultimo tradimento”: tutti “atti mancati” che dimostrano una volontà opposta a quella esplicitamente dichiarata, cioè nascondono un desiderio inconscio.
Anche questo capitolo è costruito con una continua deformazione del tempo. Vi sono infatti anticipazioni di avvenimenti che avverranno nei capitoli successivi, richiami al passato, flashback.
Un altro tema presente in questo capitolo è quello della mistificazione della realtà a opera della “ coscienza” di Zeno: egli, per esempio,  si costruisce infatti un alibi per giustificare i furti di sigari al padre, affermando di averli rubati senza saperlo!.