LA VOLPE E LA MASCHERA TRAGICA
(...ma non ha cervello!)
Le favole di Fedro

TESTO

Personam tragicam forte vulpes vidĕrat:
«O quanta speciesinquitcerĕbrum non habet!».
Hoc illis dictum est quibus honorem et gloriam
fortuna tribuit, sensum communem abstŭlit

TRADUZIONE E ANALISI

Per caso (forte = per caso, casualmente, avverbio) una volpe aveva visto una maschera tragica (personam tragicam – persona è la maschera utilizzata dagli attori, persona tragica è quindi la maschera adoperata dagli attori per rappresentare la tragedia):
“Oh quanta bellezza (species – da species specei, sost. femm.,  V declinazione, letteralmente significa aspetto) – disse (inquit – III persona sing. del perfetto indicativo di inquam – verbo intransitivo difettivo) - ma non ha cervello!”
E ciò (hoc) si dice di quelle persone (illis) alle quali la sorte (fortuna) ha concesso (tribuit) onore e gloria, ma ha tolto l’intelligenza (sensum communem – il buon senso che dovrebbe essere comune a tutti gli uomini).


Commento:

Molte delle favole di Fedro, tra cui questa, sono traduzioni o rifacimenti di favole greche attribuite ad Esopo. L’obiettivo di Fedro è quello di divertire il lettore e nello stesso tempo mostrare vizi e difetti degli uomini. Il significato appare chiaro: l’apparenza della bellezza può nascondere il vuoto della ragione e non sempre le persone che per opera della fortuna sono arrivate ad avere onori e riconoscimento sono persone dotate di intelligenza e buon senso.
Fedro non propone una morale ma si limita a denunciare il male che considera inevitabile, nel caso specifico condanna dunque la stupidità umana.

FORMA METRICA: Senario giambico. Il linguaggio e lo stile sono semplici e comprensibili a tutti, anche alle persone meno colte. Fedro si attiene ai canoni della brevitas condensando in poche parole i concetti.