GIOVANNI CALVINO
(1509 -1564)
La dottrina della predestinazione
Porta gli ideali della riforma protestante a Ginevra negli anni tra il 1536 e il 1541, con l'appoggio delle autorità cittadine. Il suo pensiero teologico viene sviluppato nell'opera, redatta in più edizioni, Istituzione della religione cristiana.
Riconosce il motto “sola fide, sola scrittura”, quindi il principio della superiorità della fede sulle opere restava per Calvino come per Lutero il punto di partenza.
Ma oltre a concordare con Zwingli sull’eucarestia sosteneva l’importanza delle opere buone (a differenza di Lutero che lasciava il mondo terreno al governo dell’autorità civile) e l’uomo diventava uno strumento nelle mani di Dio predestinato a compiere le opere che glorificavano il Divino Creatore. Il lavoro diventava un modo per glorificare Dio e la Religione diventava così il principio del governo di se stessi non solo nella fede ma nel comportamento di tutti i giorni.
Questo diverso modo di intendere il rapporto tra la fede e le opere comportò un diverso modo di intendere il ruolo dell’autorità civile. Mentre Lutero aveva legittimato la totale delega del potere alla funzione repressiva dei principi, Calvino invece ammetteva il diritto di ribellione contro l’Autorità che si allontana dalla legge di Dio e soprattutto affermava che la vita religiosa deve improntare la stessa comunità civile e non restare chiusa nella sfera intima. Da Calvino derivano gli Ugonotti.
Calvino nega il libero arbitrio e ritiene che Dio ha già predestinato tutto. Il calvinismo dunque toglie all’uomo qualsiasi responsabilità perché se io non ho libertà non ho né responsabilità né moralità a cui attenermi quindi l’uomo è soggetto solo alla legge dello Stato che lui stesso si dà.
Ma Calvino attribuisce all'uomo la responsabilità nella scelta del male. Se l'uomo non fosse responsabile dei suoi peccati, questi andrebbero imputati a Dio e, quindi, la sua condanna sarebbe ingiusta.
In conclusione due concetti fondamentali del calvinismo sono:
- la predestinazione – è l’eterno consiglio di Dio mediante il quale ha determinato ciò che voleva fare di ciascun uomo. Aferma la totale dipendenza della creatura dal suo creatore.
- la provvidenza – è la prosecuzione dell’atto di creazione e la sua azione si estende su tutti senza limite alcuno.