LA PIOGGIA NEL PINETO
Gabriele D’Annunzio



TESTO
  1. Taci. Su le soglie
  2. del bosco non odo
  3. parole che dici
  4. umane; ma odo
  5. parole più nuove
  6. che parlano gocciole e foglie
  7. lontane.
  8. Ascolta. Piove
  9. dalle nuvole sparse.
  10. Piove su le tamerici
  11. salmastre ed arse,
  12. piove su i pini
  13. scagliosi ed irti,
  14. piove su i mirti
  15. divini,
  16. su le ginestre fulgenti
  17. di fiori accolti,
  18. su i ginepri folti
  19. di coccole aulenti,
  20. piove su i nostri volti
  21. silvani,
  22. piove su le nostre mani
  23. ignude,
  24. su i nostri vestimenti
  25. leggieri,
  26. su i freschi pensieri
  27. che l'anima schiude
  28. novella,
  29. su la favola bella
  30. che ieri
  31. t'illuse, che oggi m'illude,
  32. Ermione.
  33. Odi? La pioggia cade
  34. su la solitaria
  35. verdura
  36. con un crepitío che dura
  37. e varia nell'aria
  38. secondo le fronde
  39. più rade, men rade.
  40. Ascolta. Risponde
  41. al pianto il canto
  42. delle cicale
  43. che il pianto australe
  44. non impaura,
  45. nè il ciel cinerino.
  46. E il pino
  47. ha un suono, e il mirto
  48. altro suono, e il ginepro
  49. altro ancóra, stromenti
  50. diversi
  51. sotto innumerevoli dita.
  52. E immersi
  53. noi siam nello spirto
  54. silvestre,
  55. d'arborea vita viventi;
  56. e il tuo volto ebro
  57. è molle di pioggia
  58. come una foglia,
  59. e le tue chiome
  60. auliscono come
  61. le chiare ginestre,
  62. o creatura terrestre
  63. che hai nome
  64. Ermione.
  65. Ascolta, ascolta. L'accordo
  66. delle aeree cicale
  67. a poco a poco
  68. più sordo
  69. si fa sotto il pianto
  70. che cresce;
  71. ma un canto vi si mesce
  72. più roco
  73. che di laggiù sale,
  74. dall'umida ombra remota.
  75. Più sordo e più fioco
  76. s'allenta, si spegne.
  77. Sola una nota
  78. ancor trema, si spegne,
  79. risorge, trema, si spegne.
  80. Non s'ode voce del mare.
  81. Or s'ode su tutta la fronda
  82. crosciare
  83. l'argentea pioggia
  84. che monda,
  85. il croscio che varia
  86. secondo la fronda
  87. più folta, men folta.
  88. Ascolta.
  89. La figlia dell'aria
  90. è muta; ma la figlia
  91. del limo lontana,
  92. la rana,
  93. canta nell'ombra più fonda,
  94. chi sa dove, chi sa dove!
  95. E piove su le tue ciglia,
  96. Ermione.
  97. Piove su le tue ciglia nere
  98. sì che par tu pianga
  99. ma di piacere; non bianca
  100. ma quasi fatta virente,
  101. par da scorza tu esca.
  102. E tutta la vita è in noi fresca
  103. aulente,
  104. il cuor nel petto è come pesca
  105. intatta,
  106. tra le pàlpebre gli occhi
  107. son come polle tra l'erbe,
  108. i denti negli alvèoli
  109. son come mandorle acerbe.
  110. E andiam di fratta in fratta,
  111. or congiunti or disciolti
  112. (e il verde vigor rude
  113. ci allaccia i mallèoli
  114. c'intrica i ginocchi)
  115. chi sa dove, chi sa dove!
  116. E piove su i nostri vólti
  117. silvani,
  118. piove su le nostre mani
  119. ignude,
  120. su i nostri vestimenti
  121. leggieri,
  122. su i freschi pensieri
  123. che l'anima schiude
  124. novella,
  125. su la favola bella
  126. che ieri
  127. m'illuse, che oggi t'illude,
  128. Ermione.
PARAFRASI

Taci: il poeta si rivolge alla donna che lo accompagna (Ermione) nella passeggiata invitandola al silenzio, per percepire con estrema attenzione i suoni straordinari della natura (alla stessa funzione richiamano anche i versi: v.8: ascolta; v.33: Odi?; v.40: Ascolta; v.65: Ascolta, Ascolta; v.88: Ascolta).
parole...umane = parole pronunciate da esseri umani.
parole...che parlano = parole straordinarie (più nuove) pronunciate da gocce e foglie del bosco.
Piove su = una lunga serie di anafore (piove su…piove su…piove su..) caratterizza i vv.10/25 e contribuiscono a dare ritmo e musicalità alla lirica ed a sottolineare l'insistenza della pioggia; su le = anche la divisione della preposizione articolata –sulle- in preposizione –su- e articolo –le- ha l’intento musicale di riprodurre il suono del ticchettio della pioggia;  tamerici = arbusti sempreverdi impregnate di salsedine (salmastre) e bruciate dal sole (arse); scagliosi: con la corteccia a scaglie; irti: per le foglie aghiformi.
mirti divini: il mirto è pianta sacra a Venere, nella mitologia classica.
fulgenti...accolti: risplendenti di fiori, raccolti in grappoli (accolti);
coccole aulenti = bacche odorose.
Dal verso 20 il poeta passa dalla descrizione del cadere della pioggia sugli elementi naturali, alla descrizione del cadere della pioggia sul poeta e la sua donna (sulle mani, sulle vesti e persino sui pensieri) in un processo di metamorfosi che li porterà ad assimilarsi alla vita vegetale del bosco.
volti silvani: divenuti del colore e della sostanza del bosco – latinismo, da silva. [inizia la descrizione della metamorfosi].
vestimenti = abiti.
su i freschi pensieri…m’illude = sui pensieri resi nuovi dalla pioggia, nati dall’anima purificata (novella), sulla vicenda d’amore che lega l’uomo alla donna (favola bella: richiama Petrarca, Il Canzoniere "la mia favola breve", ma l'immagine della favola come metafora della vita era già classica, vedi Cicerone, Seneca) fatta di alterne illusioni [di poter conseguire la felicità] (che ieri ti illuse, che oggi mi illude), Ermione (Ermione = nome della mitologia greca - Ermione è figlia di Elena e Menelao - con cui qui e in altre liriche di Alcyone D'Annunzio chiama Eleonora Duse).
su la solitaria verdura = sul fogliame della pineta deserta. vv.35/36 rima baciata: verdura/dura.
con...rade = il suono della pioggia (crepitio – termine onomatopeico, suggerisce il suono che indica) varia a seconda del fogliame, più o meno fitto, su cui cade.
pianto = la pioggia, il pianto del cielo. Si aggiunge ai suoni creati dal cadere della pioggia il canto delle cicale (vv.41/42).
che il pianto…cinerino = che né la pioggia portata dall’Austro (australe = perchè portata dall'Austro, vento del Sud), né il cielo grigio, nuvoloso (cinerino) riescono a spaventare, cioè a far tacere (non impaura).
stromenti...dita = come se gli alberi fossero strumenti musicali suonati da innumerevoli dita [le goccie di pioggia sono paragonate a dita di musicisti].
Siamo immersi nello spirito della natura (spirto silvestre =  nello spirito della natura che anima il bosco) viventi della stessa vita degli alberi/non più umani ma con una vita vegetale (d’arborea vita viventi = il poeta ed ermione perdono la loro identità di esseri umani per assimilarsi alla natura). E il tuo volto inebriato (ebro - di gioia per il piacere dell'immersione naturale, quasi in estasi) è intriso di pioggia (molle = , bagnato) come una foglia e i tuoi capelli profumano ( auliscono) come le splendenti (chiare) ginestre o creatura terrestre dal nome Ermione.
Ascolta, ascolta (il suono delle cicale si spegne piano piano e subentra il verso di una rana mentre il rumore della pioggia si intensifica) L'accordo = il canto concorde (delle cicale);
aeree = o perchè cantano tra i rami e il loro frinire si diffonde nell'aria (al v.89 la cicala è detta figlia dell'aria); sordo = smorzato, attenuato;
il pianto che cresce = la pioggia che cade più fitta. 
un canto vi si mesce = un canto di rane, come apparirà dai versi seguenti, si unisce;
dall’umida ombra remota = da un punto lontano nel fitto bosco bagnato dalla pioggia;
s'allenta = si fa più debole;
Trema…si spegne = le allitterazioni e le rime contenute in questa serie di verbi riproducono l’affievolirsi e lo spegnersi del canto delle cicale;
Non s'ode voce del mare: questo verso in sè concluso serve per introdurre uno stacco, un attimo di silenzio nella sinfonia musicale prodotta dai suoni della natura.
la fronda = la vegetazione;
Crosciare = scrosciare;
che monda = che pulisce, purifica;
Croscio = lo scroscio, il cadere della pioggia;
la figlia dell'aria = la cicala;
limo = fango, allusione allo stagno popolato di rane;
Dal verso 95 si compie la trasformazione metamorfica del poeta e di Ermione da creature umane a creature vegetali completamente assorbite dalla realtà naturale.
ma...esca: Ermione nel colmo della metamorfosi, appare verdeggiante (virente) come se fosse uscita dalla corteccia (scorza) di un albero.
aulente = profumata;
La metamorfosi trasforma le varie parti del corpo in forme della natura: il cuor nel petto…acerbe = il cuore nel petto è come una pesca non ancora colta (intatta – cioè ancora unita alla linfa vitale della natura), gli occhi sono come sorgenti d’acqua (polle) nell’erba, i denti nelle gengive (alveoli) come mandorle acerbe (cioè bianchissimi).
di fratta in fratta = tra i cespugli;
congiunti = insieme;
disciolti = separati;
il verde vigor rude: la forza (vigor) selvaggia e primitiva (rude) degli arbusti; gli sterpi aggrovigliati del sottobosco folto e intricato; malleoli = caviglie;
c'intrica = ci impaccia;
chi sa dove, chi sa dove!: nell’andare senza meta - richiama il v.94, l'indeterminatezza e la vaghezza usata per la rana ritorna per indicare il vagare senza meta dei due amanti divenuti due creature non più umane.
E piove = come in un cerchio la lirica si conclude riprendendo il brano della prima strofa (vv.20/32) con una leggera differenza relativamente al tema dell’illusione (“che ieri/m’illuse, che oggi t’illude”), differenza introdotta solo per motivi di musicalità dell'opera e non per particolari intimi significati.



Analisi e commento:

Lirica tra le più belle e le più famose di D'Annunzio (composta nel 1902), una sorta di orchestrazione musicale, una composizione sinfonica, per l’abilità del Poeta a sfruttare ogni strumento fornito dalla lingua e dalla retorica e per l'uso attento della parola per creare sequenze sonore, i toni e i rumori provocati dalla caduta delle gocce di pioggia sulla vegetazione.
La scena si svolge in una pineta lungo il mare dove il Poeta e la compagna, Ermione (Eleonora Duse), stanno passeggiando. Sorpresi da un acquazzone estivo subiscono una sorta di metamorfosi che li porta a perdere la loro umanità per trasformarsi in elementi vegetali (è il cosiddetto panismo dannunziano, il sentimento mistico di unione con la natura).
La pioggia crepita sui rami, alzando i profumi e sollevando gli umori del sotto bosco, producendo un effetto musicale cui si aggiungono poi il canto delle cicale e quando il rumore della pioggia cessa, il verso isolato di una rana.
La descrizione del verde è estremamente puntigliosa, affidata ai nomi propri di ogni pianta ed arbusto, con l’intento di cogliere le molteplici sfumature di colore dell'ambiente.
Nella lirica emergono i due temi cari alla sensibilità decadente di D’Annunzio: il tema naturalistico-musicale della descrizione della pioggia e dei suoni che produce e il tema fantastico-magico della progressiva assimilazione dell’uomo e della donna alla vita vegetale.

Metrica:

Quattro strofe lunghe di 32 versi di misura metrica liberamente variata (dal trisillabo al novenario con una prevalenza del senario). L’ultimo verso di ogni strofa è costituito dal nome della donna a cui il poeta si rivolge: Ermione. I versi si susseguono in un alternarsi di rime, assonanze e consonanze.
La lirica è caratterizzata dal punto di vista stilistico da una sintassi lineare con periodi per lo più brevi e quando lunghi spezzettati in battute minori determinate da ripetizioni dei termini.