IL CONTE DI CARMAGNOLA
Coro dell’atto II
Alessandro Manzoni

TESTO
  1. S'ode a destra uno squillo di tromba;
  2. A sinistra risponde uno squillo:
  3. D'ambo i lati calpesto rimbomba
  4. Da cavalli e da fanti il terren.
  5. Quinci spunta per l'aria un vessillo;
  6. Quindi un altro s'avanza spiegato:
  7. Ecco appare un drappello schierato;
  8. Ecco un altro che incontro gli vien.
  9.   Già di mezzo sparito è il terreno;
  10. Già le spade rispingon le spade;
  11. L'un dell'altro le immerge nel seno;
  12. Gronda il sangue; raddoppia il ferir. -
  13. -Chi son essi? Alle belle contrade
  14. Qual ne venne straniero a far guerra
  15. Qual è quei che ha giurato la terra
  16. Dove nacque far salva, o morir? -
  17.   -D'una terra son tutti: un linguaggio
  18. Parlan tutti: fratelli li dice
  19. Lo straniero: il comune lignaggio
  20. A ognun d'essi dal volto traspar.
  21. Questa terra fu a tutti nudrice,
  22. Questa terra di sangue ora intrisa,
  23. Che natura dall'altre ha divisa,
  24. E ricinta con l'alpe e col mar.
  25.   -Ahi! Qual d'essi il sacrilego brando
  26. Trasse il primo il fratello a ferire?
  27. Oh terror! Del conflitto esecrando
  28. La cagione esecranda qual è?
  29. -Non la sanno: a dar morte, a morire
  30. Qui senz'ira ognun d'essi è venuto;
  31. E venduto ad un duce venduto,
  32. Con lui pugna, e non chiede il perché.
  33.   -Ahi sventura! Ma spose non hanno,
  34. Non han madri gli stolti guerrieri?
  35. Perché tutte i lor cari non vanno
  36. Dall'ignobile campo a strappar?
  37. E i vegliardi che ai casti pensieri
  38. Della tomba già schiudon la mente,
  39. Ché non tentan la turba furente
  40. Con prudenti parole placar? -
  41.   -Come assiso talvolta il villano
  42. Sulla porta del cheto abituro
  43. Segna il nembo che scende lontano
  44. Sopra i campi che arati ei non ha;
  45. Così udresti ciascun che sicuro
  46. Vede lungi le armate coorti,
  47. Raccontar le migliaja de' morti,
  48. E la piéta dell'arse città.
  49. , pendenti dal labbro materno
  50. Vedi i figli che imparano intenti
  51. A distinguer con nomi di scherno
  52. Quei che andranno ad uccidere un dì;
  53. Qui le donne alle veglie lucenti
  54. De' monili far pompa e de' cinti,
  55. Che alle donne diserte de' vinti
  56. Il marito o l'amante rapì. -
  57.   -Ahi sventura! sventura! sventura!
  58. Già la terra è coperta d'uccisi;
  59. Tutta è sangue la vasta pianura;
  60. Cresce il grido, raddoppia il furor.
  61. Ma negli ordini manchi e divisi
  62. Mal si regge, già cede una schiera;
  63. Già nel volgo che vincer dispera,
  64. Della vita rinasce l'amor.
  65.   Come il grano lanciato dal pieno
  66. Ventilabro nell'aria si spande;
  67. Tale intorno per l'ampio terreno
  68. Si sparpagliano i vinti guerrier.
  69. Ma improvvise terribili bande
  70. Ai fuggenti s'affaccian sul calle;
  71. Ma si senton piú presso alle spalle
  72. Scalpitare il temuto destrier.
  73.   Cadon trepidi a piè dei nemici,
  74. gettan l'arme, si danno prigioni:
  75. Il clamor delle turbe vittrici
  76. Copre i lai del tapino che muor.
  77. Un corriero è salito in arcioni;
  78. Prende un foglio, il ripone, s'avvia,
  79. Sferza, sprona, divora la via
  80. Ogni villa si desta al rumor.
  81.    Perché tutti sul pesto cammino
  82. Dalle case, dai campi accorrete?
  83. Ognun chiede con ansia al vicino,
  84. Che gioconda novella recò?
  85. Donde ei venga, infelici, il sapete,
  86. E sperate che gioja favelli?
  87. I fratelli hanno ucciso i fratelli:
  88. Questa orrenda novella vi do.
  89.   Odo intorno festevoli gridi;
  90. S'orna il tempio, e risuona del canto;
  91. Già s'innalzan dai cori omicidi
  92. Grazie ed inni che abbomina il ciel. -
  93. Giú dal cerchio dell'alpi frattanto
  94. Lo straniero gli sguardi rivolve;
  95. Vede i forti che mordon la polve,
  96. E li conta con gioja crudel.
  97.   Affrettatevi, empite le schiere,
  98. Sospendete i trionfi ed i giuochi,
  99. Ritornate alle vostre bandiere:
  100. Lo straniero discende; egli è qui.
  101. Vincitor! Siete deboli e pochi?
  102. Ma per questo a sfidarvi ei discende;
  103. E voglioso a quei campi v'attende
  104. Dove il vostro fratello perì. -
  105.   Tu che angusta a' tuoi figli parevi,
  106. Tu che in pace nutrirli non sai,
  107. Fatal terra, gli estrani ricevi:
  108. Tal giudizio comincia per te.
  109. Un nemico che offeso non hai
  110. A tue mense insultando s'asside;
  111. Degli stolti le spoglie divide;
  112. Toglie il brando di mano a' tuoi Re.
  113.   Stolto anch'esso! Beata fu mai
  114. Gente alcuna per sangue ed oltraggio?
  115. Solo al vinto non toccano i guai;
  116. Torna in pianto dell'empio il gioir.
  117. Ben talor nel superbo viaggio
  118. Non l'abbatte l'eterna vendetta;
  119. Ma lo segna; ma veglia ed aspetta;
  120. Ma lo coglie all'estremo sospir. 
  121.   Tutti fatti a sembianza d'un Solo;
  122. Figli tutti d'un solo Riscatto,
  123. In qual ora, in qual parte del suolo,
  124. Trascorriamo quest'aura vital
  125. Siam fratelli; siam stretti ad un patto:
  126. Maledetto colui che l'infrange,
  127. Che s'innalza sul fiacco che piange,
  128. Che contrista uno spirto immortal!
PARAFRASI

Nelle prime strofe vi è un procedere a coppia dei versi costruiti in antitesi (ode/risponde; destra/sinistra) ad evidenziare l’esatta specularità e intercambiabilità dei due fronti nemici.

Quinci…quindi: Da una parte…dall’altra – anfora.

Ecco/eccoanafora.

sparito = il terreno che separa i due fronti è completamente coperto dalle due schiere che si stanno affrontando in un cruento corpo a corpo.

Chi son essi? = Qual è dei due l’esercito straniero venuto a portare guerra alle belle terre (d’Italia - belle contrade)? Quale quello che invece difende la propria terra, che ha giurato di salvare dall’invasione o morire?
Gli uni e gli altri parlano lo stesso linguaggio e sono figli della stessa Terra (D’una…un linguaggio)
Fratelli li dice lo straniero = per lo straniero sono entrambi figli della stessa patria. Lignaggio = origine.

Questa terra fu a tutti nudrice = questa patria fu madre di tutti.
La natura ha separato l’Italia dalle altre nazioni con le alpi e il mare.

(Ma se sono fratelli) chi per primo osò trarre il sacrilego brando?
Sacrilego brando = la spada sacrilega perché diretta contro i propri fratelli.

Cagione = la causa

senz'ira = quei contendenti non hanno motivo di odiarsi e la cagione di quella guerra neppure la sanno (condanna alle guerre combattute da gente prezzolata, al comando di capi prezzolati e quindi senz’ira)
Pugna = combatte

casti = sereni

Come assiso talvolta il villano - Come il contadino seduto alla porta della sua tranquilla abitazione (cheto abituro), addita (segna) il turbine (nembo) che si scatena sui campi degli altri (che non ha arato lui), così puoi udire quelli che sentendosi al sicuro (sicuro – perché il conflitto non lo tocca) per il passaggio lontano degli eserciti (armate coorti) raccontano i morti e le angosce (piéta) delle città colpite dalla guerra (con indifferenza per la sorte altrui) – similitudine.


= tra gli sconfitti
Intenti = attenti

Qui = tra i vincitori
Lucenti = per lo sfarzo dei candelieri e delle suppellettili.
Diserte = abbandonate, private cioè dei loro uomini, uccisi o fatti prigionieri.

 

Ordini manchi e divisi = schieramenti decimati e dispersi.
Volgo…amor = nei soldati che sentono vicina la sconfitta rinasce forte l’attaccamento alla vita (traspare la disistima del poeta per queste milizie mercenarie prive di idealità civile o religiosa).
Come il grano lanciato in aria dal ventilabro (strumento utilizzato per separare il grano dalla pula – lat. ) si spande ovunque, così nell’ampio terreno si sparpagliano i guerrieri vinti – similitudine.

Ma… calle = ma sulla via della fuga si presentano di colpo (s’affaccian) le terribili frotte dei nemici poste in agguato.

Cadono tremanti (trepidi) ai piedi dei nemici, gettano le armi e si danno prigionieri (prigioni): i clamori delle truppe vittoriose (vittrici – lat.) copre i lamenti (lai) dell’infelice  (tapino) che muore.
Un messo (corriero) è montato a cavallo (salito in arcioni); prende una missiva (foglio = che annuncia la vittoria), lo ripone e si avvia (climax).

villa = villaggio
pesto cammino = via battuta, calpestata.

Quale (Che) buona (gioconda) notizia portò?

Gioja favelli? = annunci un evento lieto?
I fratelli hanno ucciso i fratelli: il poeta esprime il suo accorato sdegno.

abbomina il ciel = il cielo aborrisce

mordon la polve = cioè morti.

Vincitor = detto con amara ironia: a cosa giova aver vinto i fratelli?

voglioso = impaziente, bramoso di vincere.

angusta a' tuoi figli parevi: Tu Italia che ai romani (tuoi figli) sembravi confine troppo esiguo – apostrofe.

 Giudizio = sentenza, giudizio divino.

Se anche a volte la giustizia divina non lo colpisce e abbatte durante la sua vita (superbo viaggio) lo osserva e aspetta per raggiungerlo nel momento della morte.

d’un solo = di Dio
Riscatto = l’incarnazione e passione di Cristo che con la sua morte ha riscattato l’umanità.
In qual ora…vital =In qualunque momento e luogo trascorriamo la vita (aura vital).
fiacco = oppresso
Spirto immortal = un altro uomo (eterno nello spirito).


Analisi e commento:

La prima tragedia Manzoniana è rappresentata dal conte di Carmagnola composta tra il 1816 ed il 1819. La trama del Conte di Carmagnola si basa sulle vicende del condottiero Francesco Bussone al servizio della repubblica di Venezia, vincitore della battaglia di Maclodio, ma poi accusato di tradimento (a causa della liberazione di alcuni prigionieri) e condannato a morte dal governo. Manzoni inneggia all'innocenza del Carmagnola innalzandolo ad eroe, a modello di guerriero generoso ed ambizioso.
Il punto più alto di tutta la tragedia è costituito dal coro sulla battaglia di Maclodio (Atto II). La battaglia vi appare come una strage irrazionale, e fratricida tra Veneziani e Milanesi.Tutta la prima metà della composizione è dedicata alla descrizione analitica della battaglia, parte da qui per elevare il suo disappunto e la sua condanna alle lotte fratricide della storia italiana, viste come la principale causa della servitù del nostro paese. Da qui si sviluppa poi la ripulsa di ogni forma di violenza in nome di una coscienza intimamente religiosa.
Precedono la tragedia una Prefazione, in cui Manzoni rende conto degli assunti teorici alla base delle scelte compositive del dramma (in particolare della inosservanza delle regole di unità di tempo e di luogo e del significato del coro). E brevi Notizie storiche.
IL CORO: Una novità singolare nelle tragedie manzoniane è data dalla presenza dei Cori, uno al termine del secondo atto del “Carmagnola” (“S'ode a destra uno squillo di tromba”) e due nell’ “Adelchi”. Questi cori non sono la riproposizione dei cori dell’antica tragedia greca, dai quali si differenziano nettamente, ma rappresentano come una pausa di raccoglimento durante lo svolgimento del dramma, un momento di riflessione sugli avvenimenti rappresentati, uno sforzo per penetrare nel significato più riposto delle vicende e trarne un insegnamento morale: è un mezzo per semplificare al lettore od allo spettatore la strada che conduce allo scopo morale che si ripropone l’Autore.

Metrica:

Endecasillabo sciolto. Figure retoriche: vv.1-2 antitesi (ode/risponde e destra/sinistra); vv.5-6 anafora (quindi/quinci); vv.7-8 anafora (ecco); vv.77-80 climax; numerose le similitudini.