IL RITRATTO DI CATILINA
(La Congiura di Catilina, Capitolo V, par. 1/8)
Sallustio



TESTO
  1. L. Catilina, nobili genere natus, fuit magna vi et animi et corporis, sed ingenio malo pravoque.
  2. Huic ab adulescentia bella intestina, caedes, rapinae, discordia civilis grata fuere ibique iuventutem suam exercuit.
  3. Corpus patiens inediae, algoris, vigiliae supra quam quoiquam credibile est.
  4. Animus audax, subdolus, varius, cuius rei lubet simulator ac dissimulator, alieni adpetens, sui profusus, ardens in cupiditatibus; satis eloquentiae, sapientiae parum.
  5. Vastus animus inmoderata, incredibilia, nimis alta semper cupiebat.
  6. Hunc post dominationem L. Sullae lubido maxuma invaserat rei publicae capiundae; neque id quibus modis adsequeretur, dum sibi regnum pararet, quicquam pensi habebat.
  7. Agitabatur magis magisque in dies animus ferox inopia rei familiaris et conscientia scelerum, quae utraque iis artibus auxerat, quas supra memoravi.
  8. Incitabant praeterea corrupti civitatis mores, quos pessuma ac divorsa inter se mala, luxuria atque avaritia, vexabant.
TRADUZIONE E ANALISI
  1. Lucio Catilina, nato da nobile famiglia (nobili genere – ablativo di provenienza - apparteneva alla nobile gens Sergia), fu di grande forza (magna vi – ablativo di qualità) sia di animo che di corpo (animi et corporis - genitivi), ma di indole malvagia e viziosa (ingenio malo pravoque – ablativo di qualità).
  2. A costui (huic - dativo di hic) fin dall’adolescenza (ab adulescentia – per i romani l’adolescenza durava fino ai 30 anni) furono (fuere sta per fuerunt) gradite le guerre intestine (intestina), le stragi (caedes), le rapine, la discordia civile, e in ciò (ibique – letteralmente: e lì) spese (exercuit – esercitò) la sua giovinezza (iuventutem – la iuventus era l’età successiva all’adulescentia e poteva arrivare ai 50 anni).
  3. Il corpo resistente (patiens – participio di patior, ha valore di aggettivo) alla fame (inediae), al gelo (algoris), alle veglie (vigiliae) oltre quanto (supra quam) sia credibile per alcuno (quoiquam – arcaismo per cuiquam - dativo sing. masch. di quisquam).
  4. Animo temerario, subdolo, mutevole, simulatore e dissimulatore di qualsiasi cosa (cuius rei lubet sta per cuiuslibet – genit. di quilibet - rei), avido (adpetens) dell'altrui (alieni), prodigo (profusus) del suo (sui), ardente nelle passioni, [aveva] abbastanza eloquenza (eloquentiae – genitivo partitivo), poca saggezza (sapientiae – genitivo partitivo).
  5. Il [suo] insaziabile animo (vastus animus) desiderava (cupiebat) sempre cose smoderate, incredibili, eccessivamente alte (nimis alta).
  6. Dopo la dittatura (post dominationem) di Lucio Silla (dittatura di Silla durò un triennio, dall'82 al 79 a.C.) lo aveva invaso (hunc invaserat) una brama (lubido arcaismo per libido) sfrenata (maxuma) di impadronirsi (capiundae - capiendae: genitivo del gerundivo di capio) dello Stato (rei publicae – letteralmente: cosa pubblica); e non si preoccupava affatto (quicquam pensi habebat - lett: considerava di alcun peso. pensi = genitivo partitivo da participio sostantivato di pendere = pesare/esaminare con cura) in quale modo (quibus modis) ottenere (adsequeretur) ciò (id – complemento oggetto di adsequeretur), pur di (dum) procurarsi (pararet sibi) il regno (regnum).
  7. Il [suo] animo fiero (animus ferox) era tormentato (agitabatur) ogni giorno (in dies) di più (magis magisque) dalla povertà (inopia – ablativo di causa efficiente) del patrimonio familiare e dal rimorso (conscientia - ablativo di causa efficiente) dei delitti, due mali che (utraque quae – accusativo neutro plurale riferito a inopia e conscientia) aveva accresciuto (auxerat) con quei (iis) vizi che prima ho ricordato.
  8. [Lo] istigavano (incitabant) inoltre (praeterea) i costumi (mores) corrotti della città, che mali pessimi (pessuma = arcaismo per pessima: superlativo assoluto di malus-a-um) e opposti (divorsa – arcaismo. Vizi opposti tra loro, in quanto il lusso fa sperperare mentre l’avarizia induce ad accumulare) fra loro, il lusso e l'avidità, affliggevano (vexabant).


Commento:

Tema:

Nell’opera De Catilinae coniuratione, subito dopo il Proemio, Sallustio traccia il primo ritratto di Catilina, sia fisico descrivendone l’indole, sia morale delineando i suoi costumi, per poi passare ad analizzare le cause che lo hanno spinto a tramare un complotto contro lo Stato Romano.
L'intento dell'autore è palesemente moralistico: Catilina, viene dipinto con tratti foschi in quanto degno figlio della corruzione dei costumi che dominava la società romana dell’epoca.
La figura di Catilina appare ambigua e duplice. Questa  ambivalenza emerge dai continui accostamenti di virtù e vizi da cui emerge la personalità di un grande uomo, dalla grande forza e nello stesso tempo di un uomo instabile, vittima della sete di potere e delle passioni.  La descrizione è chiaramente sbilanciata sul versante negativo: Catilina è dominato dai suoi vizi e ciò sminuisce il valore delle sue virtù.

Forma metrica:

Sallustio ha uno stile rapido e incalzante e predilige frasi brevi . Il ritratto di Catilina è un tipico esempio di cosiddetto “ritratto paradossale”, organizzato cioè per contrasto. Questa tecnica prevede che attraverso l’utilizzo di parallelismi e antitesi vengano accostati elementi disarmonici tra loro, come ad esempio:

  • “fuit magna vi et animi et corporis / sed ingenio malo pravoque”;
  • “alieni adpetens/  sui profusus”;
  • “satis eloquentiae / sapientiae parum”.

Nel linguaggio ricerca forme arcaiche, utilizzando:

  • la u in luogo della i nei superlativi (maxuma per maxima, par. 6, pessuma per pessima, par. 8) e nei sostantivi (lubido per libido, par. 6),
  • la u anziché la e nei gerundivi (capiundae per capiendae, par. 6),
  • la o per la e dopo la v (divorsa per diversa, par. 8;),
  • la III persona plurale del perfetto indicativo con desinenza -ere per -erunt (fuere per fuerunt, par. 2).

Figure retoriche:

bella intestina, caedes, rapinae, discordia civilis - climax discendente – (par.2)
cuius rei lubet - tmesi  (separazione di 2 elementi di solito uniti in una parola) per cuiuslibet rei  - (par.4)
satis eloquentiae e sapientiae parum - chiasmo (prima avverbio + genitivo partitivo, poi genitivo partitivo + avverbio) – (par.4)
Quosipallage - concorda con mores, ma concettualmente è riferito a civica (par.8)