ODI ET AMO
(Liber, Carmina LXXXV)
Catullo
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio (odi – verbo difettivo che si usa solo nella forma derivate dal perfetto in questo caso è un perfetto logico con valore di presente) e amo. Forse (fortasse - allitterazione faciam e fortasse) tu chiedi, perché io faccia (faciam – cong. pres. - esprime il fare un’azione volontaria) ciò (id – acc. plur. neutro da is, ea, id)?
Non so (nescio - richiamo fonico tra nescio e sentio), ma sento (sentio) che accade (fieri – esprime ciò che accade fuori dalla previsione umana), e mi tormento (excrucior – deriva da crux = mettere in croce).