LA STROFA
Le unità ritmico-metriche
Le strofe sono unità ritmico-metriche in cui vengono raggruppati i versi.
I principali tipi di strofa sono:
Distico
costituito da due versi, per lo più endecasillabi a rima baciata:
sospira un poco e con la bianca mano | A |
si carezza la barba piano piano | A |
(Diego Valeri, Il dottore di campagna, vv.7-8)
O cavallina, cavallina storna | A |
che portavi colui che non ritorna | A |
(Giovanni Pascoli, La cavalla storna, vv.11-12)
Terzina
costituita da tre versi rimati in vario modo:
Nel mezzo del cammin di nostra vita | A |
mi ritrovai per una selva oscura, | B |
chè la diritta via era smarrita | A |
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura | B |
esta selva selvaggia ed aspra e forte | C |
che nel pensier rinnova la paura! | B |
(Dante Alighieri, Divina commedia, Inferno, Canto I, vv.1-2)
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero | A |
resta un aratro senza buoi, che pare | B |
dimenticato, tra il vapor leggero. | A |
E cadenzato dalla gola viene | C |
lo sciabordare delle lavandare | B |
con tonfi spessi e lunghe cantilene | C |
(Giovanni Pascoli, Lavandare, vv.1/6)
Quartina
costituita da quattro versi a rima alternata o incrociata:
San Lorenzo, io lo so perché tanto | A |
di stelle per l’aria tranquilla | B |
arde e cade, perché sì gran pianto | A |
nel concavo cielo sfavilla | B |
(Giovanni Pascoli, X agosto, vv.1/4)
Chinar la testa che vale? | A |
e che val nova fermezza? | B |
Io sento in me la stanchezza | B |
del giorno domenicale, | A |
lentamente camminando | C |
per la città sconosciuta | D |
dove nessun mi saluta | D |
fuor che un cane a quando a quando | C |
(Marino Moretti, La domenica dei cani randagi, vv.1/8)
Sestina
strofa di sei versi con varie combinazioni di rima:
All’agitarti, lente | a |
cascan le trecce, nitide | b |
per l’ambrosia recente, | a |
malfide all’aureo pettine | b |
e alla rosea ghirlanda | c |
che or con l’alma salute april ti manda | C |
(Ugo Foscolo, All’amica risanata, vv.43/48)
Ottava
strofa tipica dei poemi epico-cavallereschi. Ha otto versi, spesso con sei versi a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata:
Per lo deserto vanno alla ventura: | A |
l’uno era a piede e l’altro era a cavallo; | B |
cavalcon per la selva e per pianura, | A |
senza trovar ricetto o intervallo | B |
Cominciava a venir la notte oscura. | A |
Morgante parea lieto e sanza fallo, | B |
e con Orlando ridendo dicia | C |
- E’ par ch’io vegga appresso una osteria - | C |
(Luigi Pulci, Il Morgante)
Strofa libera
quando i versi non sono inquadrati in schemi tradizionali, presenta queste caratteristiche:
- Non ha un numero fisso di versi;
- I versi hanno un metro variabile o sono una combinazione di metri tradizionali (es.: strofa leopardiana);
- Le rime non hanno uno schema fisso oppure non ci sono.
Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
(Giacomo Leopardi, Il sabato del villaggio, vv.38/51)
Questo esempio, estratto da una poesia di Leopardi, evidenzia che le strofe non hanno un numero fisso di versi: la prima strofa ne ha 5 mentre la seconda ne ha 9. Inoltre i versi (endecasillabi e settenari) sono liberamente rimati.