TUTTI IN MASCHERA
Emilio Praga
- Uom, tu che nasci in maschera,
- e mascherato muori,
- osi insultar, se incognito
- è anch'esso il Dio, che adori?
- Vorresti tu conoscerlo
- ed affisarlo ignudo,
- come una compra femmina,
- o il conio di uno scudo?
- Ma tu, da culla a feretro
- lasci un sol dì il mantello?
- Ardisci mostrar l'indole
- del cuore e del cervello?
- Dio che a ragione, o tanghero,
- di te più furbo è assai,
- t'acqueta, la sua maschera
- non lascerà giammai.
- E tu in ginocchio pregalo
- che ci lasci la nostra,
- perché sarebbe orribile
- l'anima messa in mostra!
osi insultar…che adori? = osi lamentarti del fatto che il Dio che adori sia anch’esso sconosciuto e misterioso? - sembra una replica a "L'espoir en Dieu" di De Musset, nel quale il Poeta si rivolge a Dio accusandolo di essersi circondato da troppo mistero.
Affisarlo = fissarlo
Compra = forma arcaica del participio passato di comprare “comprata” – sta per donna comprata, donna di malaffare.
il conio di uno scudo = si riferisce al nudo allegorico della figura umana effigiata sulle monete da uno scudo, una moneta che passa tra le mani di tutti (Dante nell’Inferno – XVIII, v.66 – parla di “femmine da conio”)
da culla a feretro = da quando nasci a quando muori. lasci...mantello? = riprende quanto affermato nei primi due versi riportando il discorso da Dio all'uomo ed al suo essere sempre camuffato.
del cuore e del cervello = dei sentimenti e dei pensieri.
Tanghero = stupido.
t'acqueta = acquetati, cessa di tormentarti.
orribile = la maschera permette di nascondere la verità intima dell'uomo e quindi l'orrore della sua interiorità (ricorda Baudelaire "La folie et l'horreur...", Les fleurs du mal, La muse malade, v.4).