GOAL
Umberto Saba
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla - unita ebrezza - par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
- l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch’io son parte.
Il portiere caduto nell’inutile tentativo (ultima vana) di difendere la porta, rimane a terra sconfitto e nasconde la faccia a terra (contro terra cela la faccia – enjambement) per la rabbia e l’umiliazione, quasi per non vedere la luce che illumina una scena per lui dolorosa (amara luce = sinestesia).
Un compagno in ginocchio al suo fianco lo incita, con parole e con gesti (con mano), a rialzarsi (rilevarsi) e scopre che i suoi occhi sono pieni di lacrime (scopre pieni di lacrime i suoi occhi = iperbato).
Il pubblico, unito nell’esultanza (unita ebrezza), sembra (par) che si riversi nel campo. I giocatori della squadra vincitrice (i fratelli) si accalcano intorno all’autore del goal (al suo collo si gettano i fratelli - anastrofe).
Pochi momenti sono belli come questi, agli uomini (a quanti) che sono come “consumati” dalle passioni dell’odio e dell’amore (l’odio consuma e l’amore, è dato - antitesi).
L’altro portiere è rimasto presso la rete inviolata (Presso la rete inviolata il portiere - l’altro - è rimasto = anastrofe). Ma la sua anima partecipa alla gioia dei compagni (fisicamente è rimasto solo vicino alla rete ma non la sua anima che è vicina ai compagni).
Per la gioia fa una capriola, manda da lontano dei baci.
Della festa, egli dice, anch’io ne faccio parte (Della festa - egli dice - anch’io son parte = iperbato).