RITRATTO DELLA MIA BAMBINA
Umberto Saba
La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: "Babbo
-mi disse – voglio uscire oggi con te"
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.
La mia bambina, [venendo verso di me] con la palla in mano e i suoi grandi occhi azzurri (colore del cielo) e il leggero vestito (vesticciola - il diminutivo esprime l’affettuosità - anastrofe) estivo che indossava, mi disse: "Babbo (Babbo…con te = il discorso diretto evidenzia il tono prosastico della lirica e rende efficacemente la quotidianità della scena) oggi voglio uscire con te.”.
Ed io pensai: di tante cose (di tante parvenze = di tanti aspetti, tante immagini) che si ammirano a questo mondo, io so bene (io ben so) a quali posso paragonare (assomigliare – anastrofe) [qui Saba introduce una serie di similitudini tra la sua bambina ed alcuni elementi naturali che si contraddistinguono per la loro limpidezza] la mia bambina. Di sicuro (certo) alla schiuma, la schiuma del mare che biancheggia sulle onde, al filo di fumo azzurrino che [uscendo dai comignoli] si leva dai tetti (a quella scia…dai tetti) e il vento disperde od anche alle nubi, alle impalpabili (insensibili) nubi che si formano e si dissolvono (si fanno e disfanno) nel cielo chiaro; e ad altre cose leggere e mobili.