ODIO IL LUSSO PERSIANO (elogio della semplicità)
(Libro III, Ode 30, vv.1-16)
Orazio
- Persecos odi, puer, adparatus,
- displicent nexae philyra coronae,
- mitte sectari, rosa quo locorum
- sera moretur.
- Simplici myrto nihil adlabores
- sedulus, curo: neque te ministrum
- dedecet myrtus neque me sub arta
- vite bibentem.
Odio (odi – perfetto logico), fanciullo (puer – complemento di vocazione), gli sfarzi (adparatus – accusativo plurale) Persiani, non mi piacciono (displicent) le corone intrecciate (nexae) di tiglio (philyra – ablativo di mezzo o di materia – dalla corteccia del tiglio si ricavava un filo per cucire), smetti (mitte sta per omitte) di cercare in quale luogo (quo locorum – avv. interrogativo + gen. partitivo) indugi (moretur) la rosa tardiva (sera – si riferisce alle rose autunnali).
Desidero (curo) che tu non ti affanni ad aggiungere (adlabores sedulus) nulla (nihil) al semplice mirto (simplici myrto – dativo singolare): il mirto non sconviene (neque dedecet) né a te, coppiere (ministrum – accusativo retto da dedecet), né a me (neque me) che bevo sotto un breve (arta – può essere tradotto anche con folto) pergolato (sub … vite – complemento di stato in luogo).