LA MADRE
Giuseppe Ungaretti
- E il cuore quando d’un ultimo battito
- Avrà fatto cadere il muro d’ombra,
- Per condurmi, Madre, sino al Signore,
- Come una volta mi darai la mano.
- In ginocchio, decisa,
- Sarai una statua di fronte all’Eterno,
- Come già ti vedevo
- Quando eri ancora in vita.
- Alzerai tremante le vecchie braccia,
- Come quando spirasti
- Dicendo: Mio Dio, eccomi.
- E solo quando m’avrà perdonato,
- Ti verrà desiderio di guardarmi.
- Ricorderai d’avermi atteso tanto,
- E avrai negli occhi un rapido sospiro
E quando il cuore, con il suo ultimo battito (E il cuore…battito – inversione sintattica), avrà fatto cadere il muro d’ombra (è il limite della vita ovvero quel qualcosa che, impalpabile e labile come un’ombra, ci divide da Dio e dall’eternità - analogia) per condurmi, madre, davanti al Signore. Come quand’ero bambino (Come una volta – l’anafora come introduce le similitudini delle prime tre strofe) mi terrai per mano.
In ginocchio, decisa (risoluta nel voler ottenere il perdono per il figlio), resterai immobile come una statua (sarai una statua – aspettando il giudizio divino) di fronte a Dio, nello stesso atteggiamento in cui ti vedevo in vita [quando si raccoglieva in preghiera – come…in vita - similitudine].
Alzerai tremante le braccia al cielo come quando morendo (come quando spirasti - similitudine) dicesti: eccomi mio Dio (nella madre vi è la stessa ansia di salvezza per il figlio provata per se stessa in punto di morte).
E solo quando Dio avrà espresso il suo perdono (m’avrà perdonato: il soggetto è Dio), desidererai guardarmi.
Allora ricorderai di avermi atteso a lungo e finalmente ti sentirai sollevata e serena (un rapido sospiro = un sospiro di tenerezza e di sollievo per l’avvenuto perdono).