TRAVERSANDO LA MAREMMA TOSCANA
Giosué Carducci

TESTO
  1. Dolce paese, onde portai conforme
  2. l'abito fiero e lo sdegnoso canto
  3. e il petto ov'odio e amor mai non s'addorme.
  4. pur ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto.
  5. Ben riconosco in te le usate forme
  6. con gli occhi incerti tra 'l sorriso e il pianto.
  7. e in quelle seguo de' miei sogni l'orme
  8. erranti dietro il giovanile incanto.
  9. Oh, quel che amai, quel che sognai, fu invano:
  10. e sempre corsi, e mai non giunsi il fine:
  11. e dimani cadrò. Ma di lontano
  12. pace dicono al cuor le tue colline
  13. con le nebbie sfumanti e il verde piano
  14. ridente ne le piogge mattutine.
PARAFRASI

Dolce paese [la Maremma, dove Carducci visse. L’aggettivo dolce sottolinea l’affetto e la tenerezza per quei luoghi]; da cui ho tratto (onde portai) il carattere (abito) fiero, uguale (conforme, il carattere è come questo paesaggio) all'aspetto selvaggio dei luoghi, e la poesia che rifiuta ogni viltà (sdegnoso canto, rimanda a Dante, “alma sdegnosa”, Inferno VIII, 44); e…e…e = anafora – (anche ai vv.7,10,11); finalmente (pur) ti rivedo e nello stesso istante (in tanto) il cuore mi balza nel petto ( petto) dove odio e amore non si sopiscono mai..
Riconosco perfettamente l'aspetto familiare del paesaggio (usate forme – verso petrarchesco, Canzoniere, CCCI, 9) e con gli occhi incerti tra il sorriso e il pianto (tra...pianto = per la gioia e la commozione) e  in quelle immagini consuete ricerco il ricordo (l’orme) dei miei sogni di un tempo ancora carichi delle illusioni della giovinezza (seguo…incanto).
Oh inutilmente amai e sognai: per tutta la vita ho inseguito un ideale (sempre corsi) che non sono mai riuscito a raggiungere (non giunsi il fine) e presto morirò  (dimani cadrò eufemismo per dire morirò- si tratta di un presentimento di morte). Ma (la congiunzione avversativa interrompe lo scoramento) da lontano le tue colline infondono un senso di pace nel mio cuore (pace…colline - nell'ultima strofa vi è meno cupezza: la vita trova conforto guardando e rispecchiandosi nel paesaggio) con le nebbie che evaporano e la pianura verdeggiante di vegetazione nelle piogge mattutine.


Analisi e commento:

E’ il ricordo di un viaggio da Livorno a Roma durante il quale il poeta passando per la Maremma rivede i luoghi dove ha trascorso l’infanzia e la prima giovinezza e che hanno influenzato e determinato il suo carattere. Bolgheri e Castagneto suscitano in lui una ridda di emozioni, con un turbamento reso più acuto dall’allarme suscitato in lui da un malore che l’aveva colpito poche settimane prima (in una lettera lo definisce “la prima scampanellata della morte”).
Ma la gioia per aver ritrovato un pezzo del suo passato contrasta con l’amarezza per i fallimenti del presente: i propositi giovanili non si sono realizzati e l’unica certezza del futuro è la morte. Questo sentimento viene efficacemente reso nella terza strofa dove anche il ritmo sincopato contribuisce a suggerire l’immagine dell’affanno della ricerca e della delusione per il mancato successo.
Nell’ultima terzina, tornando a contemplare il paesaggio familiare, il turbamento suscitato da questa constatazione scompare ed il Poeta ritrova la serenità e la pace.

Metrica:

Sonetto, due quartine e due terzine, con schema ABAB, ABAB; CDC, DCD. Tradizionalmente il sonetto è un componimento che parla di se stesso e dei propri sentimenti. Quelli più famosi sono quelli di Petrarca.
Il Poeta ricorre alla figura retorica dell’antitesi per esprimere stilisticamente il contrasto tematico tra la dolcezza del ricordo e la delusione e l’amarezza del presente: dolce/fiero, sdegnoso; odio e amor; sorriso/pianto; ridente/pioggie.
Enjambement vv. 1-2, 5-6, 7-8 11-12, 13-14. Chiasmo al verso 2 (nome/aggettivo-aggettivo/nome). Anastrofe versi 3, 5, 7, 10. Allitterazioni: vv.1 e 14 (lettera e); v.2 (lettera o), v.3 (lettera d), vv.7 e 10 (lettera s); v.9 (lettere a-i).