CIGOLA LA CARRUCOLA DEL POZZO
Eugenio Montale
- Cigola la carrucola del pozzo,
- l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
- Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
- nel puro cerchio un’immagine ride.
- Accosto il volto a evanescenti labbri:
- si deforma il passato, si fa vecchio,
- appartiene ad un altro…
- Ah che già stride
- la ruota, ti ridona all’atro fondo,
- visione, una distanza ci divide.
La carrucola [la piccola ruota con una scanalatura nella quale scorre la catena a cui è legato il secchio] cigola (onomatopea) quando il secchio sale in superficie (l’acqua sale alla luce = l’acqua del secchio si illumina della luce del giorno) e si fonde con la luce (vi si fonde - riflettendo la luce diventa essa stessa luminosa).
Un’immagine (un ricordo) tremula (trema: l’immagine apparsa è tremolante sia per il muoversi dell’acqua sia per l’incertezza del ricordo) appare nel secchio pieno fino all’orlo (ricolmo secchio), nella cornice tonda del secchio (puro cerchio – puro perché allude alla trasparenza dell’acqua che porta in superficie) un’immagine sorride.
Accosto il viso a labbra che svaniscono rapidamente (evanescenti labbri): l’immagine ricordata appare deformata (si deforma il passato, perchè non corrisponde al volto ricordato dal poeta), appartiene a un altro tempo (si fa vecchio) e ad un altro (un altro se stesso che appartiene a un passato che non esiste più) …
La carrucola (la ruota) di nuovo cigola (già stride - onomatopea), e ti riporta (ti ridona) giù nel buio fondo del pozzo (all’atro fondo), ricordo (visione, nel senso che rappresenta ormai un’immagine perduta – ha valore di vocativo), ristabilendo la distanza che ci divide (cioè la distanza determinata dal tempo trascorso che non è superabile).